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La 13esima edizione di “Più o meno positivi” si è conclusa questo lunedì con la visita guidata della mostra di David Dalla Venezia, curata da Massimo Premuda. ”Più o meno positivi” nasce come manifestazione culturale e scientifica in occasione della ”Giornata Mondiale per la Lotta all’AIDS”, indetta il 1 dicembre dal 1988, e si pone l’obiettivo di sensibilizzare sulla prevenzione, sull’informazione e sulla lotta alla discriminazione in tema di AIDS. L’HIV rimane una questione rilevante a livello globale, come testimoniato dalle stime dell’OMS, secondo cui 1,3 milioni di persone avrebbero contratto il virus nel 2022.

Il focus di quest’edizione è stata la terapia antiretrovirale, posta in primo piano dallo slogan mondiale U = U / Undetectable = Untransmittable, with ART-AntiRetroviral Therapy / Non rilevabile = Non trasmissibile, con la Terapia Antiretrovirale. Secondo i dati forniti dall’ultimo report del Ministero della Salute, in Italia il 58,8% degli individui che nel 2022 hanno ricevuto una diagnosi per HIV era già in AIDS. Ciò evidenzia l’importanza della terapia, che permette di rendere gestibile l’infezione da HIV. L’edizione di quest’anno ha voluto dare spazio anche al tema del corpo, del doppio e dell’autorappresentazione con i dipinti del pittore veneziano David Dalla Venezia.

La mostra, tenutasi presso la sala ”Umberto Veruda” di Palazzo Costanzi, è stata curata da Massimo Premuda, vicepresidente del Curatorio del Museo Revoltella e già responsabile di “Contatto” , l’esposizione della pittrice triestina Raffaella Busdon organizzata per l’edizione del 2022. Con Premuda abbiamo parlato della collaborazione con Dalla Venezia, delle opere selezionate per la mostra e del messaggio che questi dipinti, nel contesto di “Più o meno positivi”, vogliono veicolare al pubblico.

“Più o meno positivi” si rivolge in primis ad un pubblico di giovani. La mostra, infatti, ha accolto diverse classi dell’Istituto Da Vinci – Carli – De Sandrinelli, che hanno partecipato anche all’incontro organizzato da ASUGI con l’infettivologo Jacopo Monticelli. I dipinti di Dalla Venezia, contraddistinti da uno stile caravaggesco che si denota nel contrasto tra gli sfondi a tratti quasi bituminosi e la luce che illumina le figure, offrono una rappresentazione veritiera, cruda e diretta del corpo umano, proponendo parallelamente il concetto di narcisismo, un altro tema focale dell’esposizione.

Intervista di Matteo Moranjkic.

Ad accompagnare la mostra, il progetto “Face au Sida” (Di fronte all’AIDS), ideato e realizzato dall’artista napoletano Oreste Zevola (1954-2014) e promosso dall’Istituto Pasteur in Africa Centrale. La campagna nasce dall’incontro con il medico francese Philippe Gabriè, grazie al quale Zevola conosce le difficoltà dei medici impegnati in Africa nel comunicare le pratiche da adottare per evitare il contagio. Il progetto mirava ad affrontare questo problema, informando la popolazione con brevi scritte e immagini semplici, ma efficaci. I suoi lavori sono stati esposti in numerosi consultori, ospedali e centri sociali della Repubblica Centrafricana, dove nel 2020 l’HIV ha rappresentato la principale causa di mortalità.

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