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Musiche al di là e al di qua delle frontiere.

Con questo podcast diamo il via ad una collaborazione con il Kulturni Dom di Gorizia.

Il nostro caro amico Igor Komel ci ha proposto una selezione di musicisti del territorio.

  • El Bal del Kosak – Arbe Garbe
  • Jovano Jovanke – Etnoploč Trio
  • Marko Skače in Svetnikiznjim – Etnoploč Trio  
  • Strofa Settima Parte I e Parte II – V.Siviloti Orchestra Mikrokosmos
  • Blek Panters – Doberduobska

BLEK PANTERS

In ambito musicale, fra i vari cantautori e gruppi rock, c’è chi decide di seguire tout court i grandi artisti di fama internazionale e quelli che scelgono di declinare un determinato genere, magari al fine di ricercare una ricetta originale, talvolta inserendo elementi locali del luogo d’appartenenza. Il gruppo Blek Panters di Doberdò senz’altro appartiene ai secondi e propone un miscuglio di diversi generi, rock e ska su tutti. Ma ciò che li distingue dagli altri è la lingua utilizzata nei testi e cioè il dialetto sloveno di Doberdò.

I Blek Panters, i “muli mauta di Doberdò”, sono attivi ormai da oltre vent’ anni e hanno al loro attivo già tre cd. Il gruppo di Doberdò ha nel 1996 inciso i cd Zile (Vene), nel 2005 “Sipa” e nel 2007 “Blek panters”, che hanno riscontrato un grande successo. Ora presentano il loro quarto impegno musicale dal titolo “Kenebek”, che contiene 14 brani inediti.

ETNOPLOČ TRIO

Il fisarmonicista Aleksander Ipavec – Ipo, il sassofonista Piero Purich e il trombettista Matej Špacapan cancellano con avidità e audacia confini geografici e ideologici, saltando muri e contrabbandando musica di ogni luogo in una miscela seducente e unica. Tutti i brani sono registrati proprio come quando vengono eseguiti dal vivo, e tutti gli effetti sonori sono creati durante l’esecuzione da Borut Čelik, fonico e ormai sorta di quarto membro del gruppo. Nella musica di Etnoploč, l’Oriente si unisce all’Occidente, l’oggi allo ieri, il balkan al blues, la polka all’Aria…Due belle canzoni malinconiche (Andranik Pasha e Once in the Secret Garden) del compositore armeno Karen Asatrian; Attese, composta da Piero Purich e registrata nel cortile davanti alla casa natale di Ipo; il pezzo Terra sospesa, un luogo in cui, per stessa ammissione dei membri, “tutto è disordine e nulla è fisso”…Così come non c’è nulla di fisso in queste canzoni di grande fascino, che si intrecciano e immediatamente ti trascinano via per condurti a un diverso sentire spazio-temporale. Alla fine, cancellare confini (immaginari) diventa disegnare nuovi territori sonori e pensieri che, almeno quando ascoltiamo Etnoploč, sono certo siano abitati da persone e musiche migliori rispetto a quelle con cui ci è dato di vivere quotidianamente.

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