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Carissimi,
è bello sottolineare come la festa del Falò di San Giovanni – in calendario, nel parco omonimo, a partire dal 1979, ogni 23 giugno – grazie all’ impegno del Centro Diurno Diffuso del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste\A.S.U.I.TS, dei volontari dell’Associazione Franco Basaglia e del Servizio Civile Nazionale; con la collaborazione e l’aiuto di altri diversi soggetti – Pro Loco San Giovanni Cologna, cooperative sociali, associazioni e gruppi di danza, associazioni e gruppi laboratoriali artistici-creativi-espressivi-ricreativi, amici e altri simpatizzanti vari (Vedi sul volantino allegato elenco dettagliato del programma e delle collaborazioni)- si è potuta organizzare, anche quest’anno, ricca di eventi, rinnovando una voglia di partecipazione che ha confermato il fatto che l’iniziativa è percepita quale particolare “valore d’uso culturale” a cui molti cittadini si sentono legati.
Qualcuno riflette su questo senso di appartenenza: l’evento è percepito come l’epica festa primigenia del luogo liberato dall’obbrobrio della segregazione e restituito alla vita della comunità.
E’ vero che, tantissimi fra gli “habituè” di quello che oggi si chiama “Parco culturale di San Giovanni”, già quando arriva il primo maggio, cominciano puntualmente a chiedere: “Allora, cossa se fa sto anno pei Foghi?!”.
Forse questa festa è tanto amata anche perchè, per prima, viene identificata e ricordata quale ricorrente iniziativa pubblica che sancisce l’integrazione dell’ex manicomio con la città, non un mero fatto folkloristico, bensì un esemplificativo “modus operandi” al servizio della salute mentale della collettività: un tradizionale momento d’incontro, un aperto e vivace laboratorio di scambi e convivenze, alla semplice luce del fuoco e della luna, nel verde profumato dai fiori…alla ricerca di un possibile benessere comune.

A seguito della recinzione ed interdizione – causa inquinamento riscontrato nel prato di fronte alle casette “V” e “Z” – l’accensione del fuoco si è dovuta, da vari anni, limitare in spazi molto più ridotti, adattando le dimensioni del falò a valore simbolico e sacrificando l’evocatività del grande cerchio umano danzante intorno ad esso. Facendo di necessità virtù, ci si è inventati via, via piccole o grandi creazioni fantasiose o fantastiche, caricate di significati, a volte, semplicemente attraverso la personalizzazione di foglietti contenenti invocazioni, sogni, speranze, paure, desideri… una sorta di “affido al totem”, nell’archètipo del rito condiviso; segnali di riconoscimento nel momento d’incontro nella festa inteso come uno fra gli elementi, non ultimo anche quello empatico, fondanti processi costitutivi d’identità soggettiva e sociale.

Il 2018 vede maturare un quarantennio dalla nascita della legge di riforma psichiatrica italiana – la legge 180 – indirizzata e determinata dal pensiero e dall’opera di Franco Basaglia; perciò la festa, costituendo, tra l’altro, momento conclusivo del convegno internazionale “40#180 DEMOCRAZIA E SALUTE MENTALE DI COMUNITA'”, sarà in particolare ispirata a tale anniversario, proponendo estratti dagli scritti di Basaglia stesso e di sua moglie Franca Ongaro, oltre ad allestimenti, opere artistiche e gigantesche immagini video-fotografiche creati e dedicati dai laboratori che operano nel Centro Diurno Diffuso.
Unitamente alle esecuzioni che allieteranno la manifestazione con la loro musica dal vivo, numerosi i gruppi di danza che omaggeranno l’evento con la loro presenza.

L’ingresso è previsto in forma libera e gratuita.

Per concludere: pioggia e vento permettendo, buon Falò!

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